Il palcoscenico è quel fantastico posto nel mondo reale dove si creano le situazioni non reali per emozionare il pubblico nel breve momento dello spettacolo. Qualsiasi spettacolo, tra cui anche lo spettacolo di danza, è un mezzo di comunicazione tra chi si è occupato della sua preparazione e il pubblico per il quale è stato creato.
Danzare vuol dire comunicare attraverso il movimento. Imparare a perfezione una sequenza di movimenti e passaggi non basta per saper comunicare. Come per un attore non basta imparare a memoria le battute e indossare il costume del personaggio per emozionare il pubblico.
Una tecnica perfetta senza un’interpretazione non porterà al successo.
Sviluppare le capacità artistiche che aiutano agli allievi a immedesimarsi nel personaggio che si va ad interpretare con le sue emozioni, i sentimenti, le reazioni è un lavoro importante da svolgere nelle lezioni di danza iniziando già dalla propedeutica.
Solitamente i bambini mentre giocano con più oggetti (bambole, peluche o altro) interpretano più ruoli contemporaneamente, cambiano le voci, gli attegiamenti, strutturano spontaneamente i caratteri dei personaggi . Lo scenario del gioco nasce da un input qualsiasi e si svolge a libera fantasia. I bambini ci mettono nel gioco tutta la loro esperienza acquisita nel mondo reale.
Ma quando gli si chiede di interpretare un personaggio è possibile che vengono fuori delle caratteristiche personali che gli bloccano. Siamo fatti nel modo che il nostro corpo reagisca con il suo stato fisico ad ogni emozione che proviamo. La timidezza che impedisce a fare le cose nuove, l’ansia prima di iniziare, la paura di essere criticati, l’imbarazzo di mettersi in mostra, tante altre sensazioni creano i blocchi muscolari nelle varie parti del corpo e tolgono il coraggio di mettersi in gioco. Vediamo i nostri allievi alle lezioni due volte a setimana e non conosciamo le loro esperienze quotidiane. Ma possiamo senz’altro occuparci del benessere del loro corpo e della loro mente perchè la danza permette di farlo.
Gli esercizi di espressione corporea propongono un lavoro particolare sull’ascolto del proprio corpo, sull’attenzione verso l’altro, sulla concentrazione, sulla comunicazione creativa, sul sentirsi liberi e sicuri di sè.
Un lavoro per liberarsi dai blocchi muscolari che danno fastidio all’interpretazione artistica di un qualsiasi personaggio che sia la Fata Turchina o il Mangiafuoco.
Ogni coreografia si trasformerà in una piccola storia da raccontare se i ballerini che la eseguono riescono ad interpretarla applicando alla tecnica di movimento la mimica, la gestualità, l’espressione corporea. Siete d’accordo che se la Fata Turchina, per un qualsiasi motivo, danzasse un valzer con il Mangiafuoco questi due personaggi avrebbero dovuto interpretare gli stessi passi di danza a modo proprio senza danneggiare l’aspetto tecnico.
Lavorare con i bambini sulla creazione dei personaggi diversi per poter interpretare le situazioni non reali, ma che faranno parte dei vostri spettacoli, li insegna a gestire le proprie emozioni, a diventare più elastici nel pensiero, stimola la loro immaginazione e gli aiuta ad esprimersi.
Ecco alcuni dei primi esercizi per stimolare il potenziale espressivo che hanno i vostri allievi:
1) Emozioni.
Invitate i bambini di mettersi seduti sul pavimento in un cerchio nella posizione «dell’uovo Kinder sorpresa»: abbracciare le gambe e appoggiare la fronte sulle ginocchia piegati per nascondere la faccia. Ad ogni volta che l’insegnante nomina un’emozione ( gioia, tristezza, rabbia, paura, felicità, altro che vi viene nella mente) i bambini tutti insieme si rotolano sulla schiena e ritornano seduti cambiando l’espressione della faccia.
Tra qualche lezione potete aggiungere all’espressione faciale un’espressione corporea, quindi al ritorno nella posizione seduta «l’uovo Kinder sorpresa si apre» e…ad esempio vediamo un «coniglio arrabbiato», al prossimo ritorno invece «un’ape felice» ecc.
2) Specchio magico.
Per questo gioco è meglio organizzare i bambini in una o più linee. Loro sono i specchi quindi devono restare fermi sui posti per non «rompersi» in mille pezzi. Il gioco sta nel coppiare la posa che mostra l’insegnante. Chi riesce a coppiare nel modo più preciso la posa occupa il posto dell’insegnante e inventa una posa di propria fantasia. E consigliato comunque di creare il gioco attorno ad un tema, ad esempio inventare una posa che rappresenta un personaggio della favola oppure un animale. Sugerite ai bambini di usare anche le espressioni facciali. Più in avanti si può organizzare il lavoro in coppia dove un allievo mostra la posa e l’altro la riflette immediatamente come uno specchio. Conviene dividere i bambini in due gruppi così che il gruppo A sono i personaggi e il gruppo B sono gli specchi. In ogni coppia ci sarà un personaggio A e uno specchio B. Aiutatevi a gestire il gioco con la musica: allo stop musicale le coppie devono fermarsi in una posa a specchio. L’insegnante prova a indovinare i personaggi che riflettono i spacchi. Poi si scambiano di ruolo.
3) Le sculture di neve.
Il gioco a coppie. Un allievo rappresenta il cumulo di neve e l’altro invece è lo scultore che crea una statua. Il bambino «cumulo di neve» deve assolutamente lasciarsi «modellare» dallo «scultore» e mantenere tutte le posizioni in cui il compagno lo farà sostare. Potete dare un compito di modellare ad esempio una farfalla o un leone, un ponte o una nuvola… usate la musica per dare un tempo al gioco. Finche la musica suona si può modificare la propria scultura, allo stop musicale le figure si sciolgono e i bambini si scambiano di ruolo.
I tre giochi che vi ho presentato sono molto semplici e adatti ai bambini dai 3 anni. Possono essere modifichati in base all’età. Sono divertenti anche per le lezioni online (nel caso se li tenete in questo periodo). Le sculture di neve in coppia con i papà è un divertimento garantito. Iniziate con i papà che fanno i scultori!
Buona pratica!